lunedì 1 dicembre 2008

La chimica in casa


Entrando nel reparto detersivi di un qualsiasi supermercato, sembra di entrare in una immensa babele di prodotti, che farebbero girare la testa anche al più grande magazziniere di un laboratorio chimico di una grande multinazionale.
Davanti a cotanta abbondanza, chiunque si avvicini agli scaffali, sarà preso da dubbi amletici, che ispirerebbero chissà quanti altri drammi shakespeariani.

Nella scelta finale, si finisce quasi sempre per mediare tra il prezzo del detersivo, la marca più o meno famosa (resa tale dalla pubblicità) e la tipologia di detergente che si cerca (per bianchi, per colorati, l’ammorbidente etc etc..). Come si vede le domande che il comune consumatore si pone sono tante..non sempre la soluzione è poi la migliore, soprattutto dopo i risultati che si hanno sul bucato.

Dopo anni di vita da universitario prima e da single poi, lontano da casa
-cominciata a 19 anni-, con lustri di lavatrici sulle spalle proprie e non di mia madre (una vita che sfata quell’insopportabile e assolutamente non veritiero luogo comune sui giovani italiani sempre attaccati alla mamma e alla famiglia di origine), e dopo anni di studio della chimica, mi sono accorto come il bucato, altro non sia che una delle tante sfaccettature del mestiere e degli studi che ho affrontato.

Ho così scoperto che i detersivi in polvere che comunemente vengono usati in lavatrice, sono tra i migliori nelle performance sulla pulizia, poiché al loro interno contengono dei simpatici composti chimici: i “perborati e/o percarbonati”, i quali sono responsabili della ossidazione dello sporco. Generalmente i detersivi in polvere contengono vari altri composti chimici oltre i “per” tirati in causa; generalmente contengono quasi tutti le zeoliti: composti che servono per abbassare la durezza delle acque (le acque dure, quelle molto calcaree per intenderci, tipiche di regioni come la Puglia, non permettono ottime performance di pulizia da parte dei detersivi); i tensioattivi i quali permettono di “staccare” lo sporco dal panno; i “perborati-percarbonati” che “bruciano” lo sporco; e per finire gli “attivatori”, composti che permettono di attivare i “per” i quali generano acqua ossigenata, la quale è la vera responsabile della ossidazione dello sporco. Gli attivatori invece, permettono di formare l’acqua ossigenata tramite l’interazione (il venire a contatto) tra l’acqua della lavatrice e i composti “per” tra i 45 e i 55°C, ragione per cui è inutile fare delle lavatrici a temperature più alte (estremamente inutile nonchè svantaggioso per i consumi energetici, fare le lavatrici a 90°C). Pertanto consiglio a tutte le mamme, mogli, papà e mariti aiutanti donne, lavoratori e studenti single, di leggere sulle confezioni dei detersivi in polvere, quando si è in un supermercato, se vi è la presenza di questi due composti nel detersivo, presenza essenziale per una buona pulizia dei bucati (soprattutto i bianchi) e di non esagerare con le temperature di lavaggio.

I detersivi liquidi attualmente molto di moda, sono quasi tutti sprovvisti di perborati. Contengono gli altri due composti prima elencati, di solito potrebbero benissimo essere usati su capi colorati che presentano molto meno sudiciume dei bianchi, e con acque fredde o tiepide anche senza l'uso della lavatrice.

L’ammorbidente, che di solito profuma le camicie come se fossero dei prati fioriti, contiene come componente principale, una categoria di composti “magici”: i sali d’ammonio quaternario, spesso usati negli ospedali come disinfettanti. Il simpatico sale, una volta “appiccicatosi” sulle fibre di lana, cotone, o seta, le rende meno tese e più flessibile,… è praticamente una sorta di camomilla o bromuro di vecchia memoria militare, per i tessuti invece che per l'essere umano o il malcapitato militare di turno. Essendo l’ammorbidente costituito da un composto igienizzante, qualcuno potrebbe dire: "Allora perché non lo usiamo anche come antibatterico, o come prodotto igienizzante?" Il problema di questo prodotto è rappresentato dal fatto che oltre che dall'amico sale d’ammonio, l'ammorbidente è costituito anche da un'altra categoria di composti chimici, chiamati “esteri”; i quali altro non sono che “essenze” profumate di origine sintetica, molte volte colpevoli di effetti prurito ed allergie su molte persone e su pelli delicate -quali potrebbero essere quelle degli infanti- oltre che il bucolito ed inebriante effetto primavera al contatto col senso dell'olfatto, capace di risvegliare in noi tutti orizzonti perduti, qualcosa di molto simile alla madelaine di Marcel Proust.

A tutti non posso che augurare buon bucato

1 commento:

SANDRA ha detto...

Grazie Pietro!! sono molto valiti i tuoi suggerimenti, continua a fargli.